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La chiesa e il convento della Trinità dei Monti a Roma, noti per la loro pittoresca posizione in cima alla celebre Piazza di Spagna, hanno una storia ricca e complessa che risale a diversi secoli.

 

Fondazione e Origini

 

Fondazione e costruzione

 

Luigi XI, re di Francia, gravemente malato e disperato per la sua guarigione, chiamò a sé il celebre eremita di Paola in Calabria, Francesco, soprannominato l'uomo santo dai suoi contemporanei, affinché lo guarisse miracolosamente. Su invito di papa Sisto IV, Francesco si recò a Roma. Passando per le colline del Pincio, predisse che un giorno vi sarebbe stato fondato un convento dei suoi religiosi, chiamati i Minimi. Una volta in Francia, Francesco ricevette onori dalla corte. Dopo la morte di Luigi XI, Carlo VIII, ammiratore del santo di Paola, chiese al suo ambasciatore a Roma di trovare un luogo per costruire un convento dei Minimi. La scelta cadde su una vigna appartenente a un veneziano di nome Daniele Barbaro, che vendette il suo terreno all'ambasciatore. Carlo VIII ratificò la vendita.

 

Nel 1493 furono poste le fondamenta del nuovo monastero e la costruzione proseguì grazie alle donazioni di Luigi XII, che fece importanti donazioni. Il cardinale Briçonnet vigilò con grande cura sulla costruzione, arrivando a far venire da Narbona le pietre squadrate per l'altare principale e le vetrate raffiguranti San Giusto e San Pastore. Giulio II contribuì alle spese di costruzione.

 

Nel 1507, i religiosi tennero il loro primo capitolo generale nel monastero. Leone X concesse un'indulgenza a chi contribuiva alla prosecuzione dei lavori. Enrico II donò terreni e vigne intorno al monastero. Anche Enrico III fu generoso, offrendo 6000 tornesi per completare l'edificio. Tra i benefattori italiani, va menzionato il marchese Angelo de Massimi, che ottenne una cappella della chiesa e la fece dipingere da Giulio Romano e Pierin del Vaga. Sisto V fece demolire la vecchia e ripida scalinata della chiesa e ne fece costruire una nuova davanti alla piazza. Durante il sacco di Roma da parte del principe d'Orange, la chiesa e il convento subirono gravi danni; nel 1587, il padre Alberto fece dipingere nel chiostro la vita di San Francesco di Paola da vari artisti.

 

Nel 1611, la villa del Pino, detta Villa Malta, fu acquistata e collegata al convento. Un orologio alla francese fu installato sul campanile della chiesa. Clemente VIII elevò la chiesa al rango di titolo cardinalizio.

 

Alla fine del XVI secolo e all'inizio del XVII, emersero gravi dissensi all'interno dell'ordine dei Minimi, tra la comunità calabrese e i superiori francesi. Nel 1624, i religiosi calabresi si ritirarono nella chiesa di Sant'Andrea delle Fratte.

 

Architettura e Arte

 

La chiesa è un notevole esempio dell'architettura rinascimentale a Roma, con aggiunte barocche successive. È celebre per gli affreschi di Daniele da Volterra e le sue due torri simmetriche.

 

Al suo interno, troviamo quattordici cappelle che portano, in alcuni casi, il nome del loro benefattore, i cui discendenti sono poi sepolti all'interno. Ciascuna di queste cappelle ha la sua storia, quindi se volete avere alcuni dettagli sulle opere e sulle persone sepolte all'interno, troverete una sezione dedicata in fondo alla pagina.

 

Evoluzione nel corso dei secoli

 

Espansione e influenza

 

Il convento annesso alla chiesa fu inizialmente occupato dai Minimi, un ordine religioso fondato da San Francesco di Paola. Il convento divenne un importante centro intellettuale, specialmente sotto il patronato della Francia.

 

Tempi Moderni

 

Ristrutturazioni e uso contemporaneo

 

Nel 1798, la chiesa fu definitivamente abbandonata dall'ordine a causa della dominazione francese. L'ultimo religioso francese dei Minimi, padre Brunone Montnaird, si ritirò a Santa Maria della Luce a Trastevere, dove morì all'inizio del XIX secolo. I ritratti dei re di Francia dipinti nel chiostro della casa annessa sono opera di Avanzino Nucci, e il refettorio fu progettato e dipinto dal fratello Pozzi, gesuita. La chiesa e la casa annessa furono donate da Carlo alle religiose del Sacro Cuore fondate dalla venerabile Madre Barat, che vi hanno un istituto educativo per le ragazze.

 

Nel 1828, la chiesa fu restaurata dal re di Francia Carlo X. Oggi, il convento è amministrato dalla Comunità dell'Emmanuele e ospita una scuola francese.

 

Patrimonio e turismo

 

Attualmente, la chiesa della Trinità dei Monti è non solo un sito religioso attivo, ma anche una delle principali attrazioni turistiche grazie alla sua posizione iconica e ai suoi tesori artistici, tra cui la celebre Piazza di Spagna, la magnifica fontana realizzata dal Bernini e la scalinata che conduce alla chiesa.

 

Molte personalità illustri vi sono sepolte, tra cui Denis-Simon de Marquemont, Zacharie Roslet, Marc-Antoine Muret, Jean du Bellay, Jacques Caucu, François Jacquier e molti altri.